Ciascun videogiocatore, a prescindere dalla lunghezza della lista dei giochi provati e dagli anni passati davanti a un monitor, dovrà ammettere la presenza di almeno una grossa lacuna nella propria carriera. Nel mio caso, la macchia sul curriculum si chiama Baldur's Gate. A suo tempo ero patito di FPS e mal digerivo un genere agli antipodi come l'RPG, poi quando i miei gusti videoludici si sono finalmente evoluti era ormai diventato complicato far girare un vecchio titolo come BG su computer più moderni. Oggi Beamdog ha riportato a nuovo il vecchio Baldur's Gate, rilasciando una versione “restaurata” del classico di BioWare: quale occasione migliore dunque per rimediare agli errori passati?
LA STORIA FIN QUIPer chi fosse troppo giovane nel 1998 per ricordarsi di Baldur's Gate, o per chi a suo tempo l'avesse snobbato, può essere utile un riassunto. Baldur's Gate è un gioco di ruolo, profondamente legato al mondo di Dungeons & Dragons e alle sue regole (2° edizione di Advanced, per i più pignoli), che mette il giocatore nei panni di un giovane apprendista mago la cui vita viene sconvolta quando il suo mentore, Gorion, gli comunica la necessità di allontanarsi repentinamente da Candlekeep, il villaggio in cui vivono, per sfuggire alla minaccia di un male incombente. Purtroppo la fuga si rivela presto vana: appena fuori dal villaggio un gruppo di malviventi attacca i due uomini e solo l'estremo sacrificio di Gorion permette all'alter ego del giocatore di sopravvivere. Solo e orfano dell'unica figura paterna della sua vita, il giovane mago si ritrova così a vagare in una landa vasta e spesso inospitale (la Sword Coast dei Forgotten Realms) alla ricerca di indizi che lo aiutino a gettare luce sulla strana vicenda in cui si è ritrovato suo malgrado coinvolto, mentre presto nuovi incontri gli permetteranno di trovare validi e fidati compagni che lo seguiranno nel corso delle numerose avventure che lo attendono lungo il cammino.
Gli eventi narrati qui sopra si svolgono tutti nella prima ora di gioco, mentre le avventure che seguono tengono impegnato il giocatore per almeno un paio di centinaia di ore, a patto che si possa contare su una certa confidenza con il genere e che non ci si perda eccessivamente nell'esplorazione delle numerose sottoquest che il gioco offre. Partiamo dunque subito da questo spunto: Baldur's Gate può vantare una profondità decisamente anomala – e forse quasi eccessiva – per il videogiocatore moderno, garantita, oltre che dalla lunga e articolata quest principale, da una vastissima gamma di classi, incantesimi e attacchi che si deve imparare a padroneggiare con competenza per avanzare nel gioco senza eccessive sofferenze. Non si può dunque approcciare Baldur's Gate come fosse un capitolo di Mass Effect – per rimanere sempre nella famiglia BioWare – sedendosi davanti allo schermo e partendo in quinta. L'atteggiamento richiesto è invece l'opposto: calma e riflessione, volontà di apprendere e consapevolezza che sarà necessario leggere ed apprendere diverse nozioni. D'altra parte però, il gioco ripaga con gli interessi il giocatore con un'avventura grandiosa e delle meccaniche di gioco limate alla perfezione. Insomma, per farla breve, Baldur's Gate può essere definito ancora oggi uno dei migliori RPG di sempre senza alcun dubbio: nonostante i 14 anni sul groppone il gioco è invecchiato molto bene e risulta ancora estremamente godibile e mai eccessivamente complesso. Anzi, spinge a riflettere su quanto il videogioco sia stato costretto a concedere alla semplificazione per poter strappare una fetta di mercato più grossa ad altri media. Il paragone col già citato Mass Effect, da questo punto di vista, è impietoso.
NUOVO, E NON SI DIREBBE
Ovviamente, Overhaul Games – la divisione di Beamdog che si è occupata del restyling – non si è limitata a lavorare sul codice del gioco originale per assicurarsi che funzioni alla perfezione anche sugli hardware moderni, ma ha anche apportato diverse migliorie e ritocchi. La prima novità che salta all'occhio è il lavoro compiuto sull'estetica: il gioco ora gira a risoluzioni HD, è stato introdotto un zoom che consente di allargare lo sguardo molto utile durante le battaglie, inoltre anche le interfacce di menù e inventario sono state ridisegnate per andare incontro ai gusti dei giocatori contemporanei, guadagnandone per altro in intelligibilità. Il criterio seguito è quello della massima fedeltà all'originale, e l'obiettivo può dirsi ampiamente raggiunto. Il colpo d'occhio restituisce esattamente lo stesso feeling dell'originale – giudicate voi stessi osservando gli screen comparativi qui intorno – senza che l'impatto grafico faccia storcere eccessivamente il naso ai fissati con la grafica: credo non ci sia bisogno di dire che le vette grafiche dei giochi più moderni sono parecchio lontane, ma la coerenza e l'impronta della direzione artistica originale di BioWare fanno sì che quanto mostrato a video risulti piacevole.
Ovviamente, Overhaul Games – la divisione di Beamdog che si è occupata del restyling – non si è limitata a lavorare sul codice del gioco originale per assicurarsi che funzioni alla perfezione anche sugli hardware moderni, ma ha anche apportato diverse migliorie e ritocchi. La prima novità che salta all'occhio è il lavoro compiuto sull'estetica: il gioco ora gira a risoluzioni HD, è stato introdotto un zoom che consente di allargare lo sguardo molto utile durante le battaglie, inoltre anche le interfacce di menù e inventario sono state ridisegnate per andare incontro ai gusti dei giocatori contemporanei, guadagnandone per altro in intelligibilità. Il criterio seguito è quello della massima fedeltà all'originale, e l'obiettivo può dirsi ampiamente raggiunto. Il colpo d'occhio restituisce esattamente lo stesso feeling dell'originale – giudicate voi stessi osservando gli screen comparativi qui intorno – senza che l'impatto grafico faccia storcere eccessivamente il naso ai fissati con la grafica: credo non ci sia bisogno di dire che le vette grafiche dei giochi più moderni sono parecchio lontane, ma la coerenza e l'impronta della direzione artistica originale di BioWare fanno sì che quanto mostrato a video risulti piacevole.
Le aggiunte non si limitano naturalmente all'aspetto grafico. Il gioco infatti ora integra fin da subito diversi utili tweak introdotti da alcune mod nel corso dei 14 anni passati dalla sua distribuzione originale. Overhual inoltre ha provveduto a mettere una pezza ai numerosi bug che affliggevano il gioco - introducendo però anche alcuni nuovi purtroppo-, ha realizzato un nuovo filmato introduttivo, e infine ha migliorato le animazioni degli incantesimi. Le principali modifiche alla struttura base del gioco originale sono due: l'introduzione di tre nuovi NPC che possono aggregarsi al party del giocatore, e la creazione di una nuova modalità di gioco. Quest'ultima, chiamata The Black Pits, si compone di 15 arene esterne alla main quest in cui si possono affrontare una serie di battaglie tattiche, molto utile soprattutto per chi non ha mai giocato a Baldur's Gate e necessità di un po' di allenamento per non farsi cogliere impreparato di fronte agli ostici scontri che il gioco prevede fin dalle fasi iniziali dell'avventura. A fronte di tutte queste novità ottimamente integrate nella struttura dell'originale, la principale critica che si può avanzare è la necessità di scaricare il client di Beamdog per accedere al gioco. Tendenza non piacevolissima: se il monopolio è il male, l'eccessiva frammentazione dei servizi è altrettanto fastidiosa.
Nessun commento:
Posta un commento